Forse, come cantava il buon vecchio Francesco Guccini, Dio è ancora morto, anche oggi. E’ morto, nel nostro terzo millennio che sembra Medioevo, in un futuro impossibile: nei contratti a termine, a progetto, a prestazione d’opera, a chiamata, a licenziamento ancora più facile se possibile, nell’ammortizzatore sociale per chi ce l’ha e chi non ce l’ha si arrangia, mentre altri litigano, urlano, si insultano e ingrassano. E’ morto nella Tv spazzatura, nella pubblicità del gioco d’azzardo di Stato “se non giochi non vinci”, del “lusso che è un diritto”, nella prostituzione che fa titolo nel curriculum in certi ambienti, dell’accozzo che fa titolo sempre. Dio è morto nelle file alla Caritas che aumentano così come la vendita delle auto di lusso, nei lavori pagati cinque o anche due euro lordi, muore in chi li accetta perché non può fare diversamente anche se non serviranno a molto. Dio muore nello sfregio quotidiano all’unica Terra che abbiamo, nell’ “esportazione della democrazia”, nell’odio sempre vivo per chi è diverso, nella guerra tra poveri che ingrassa quelli che ben pensano e ancor meglio maneggiano. La canzone raccontava di una “generazione preparata/a una speranza appena nata”: forse la aspettiamo ancora, forse la speranza, come certe caratteristiche genetiche, salta una o più generazioni, magari alla prossima toccherà a noi, o a quelli che verranno dopo. Magari.
2 comments
Alligatore
Se esiste, dio è morto un sacco di volte e muore tutti i giorni come in uno sparatutto o in un film di Tarantino … stavo scrivendo Tarantini, ops …
Patti
Mi piace il tuo post . .Si, Dio muore ogni giorno, a pagu a pagu. . .sta a tutti noi farlo risporgere . .e de pressi!